La vocazione per Francesco è innanzitutto penitenza,
cioè continua conversione che è un perenne rivolgere lo sguardo verso
Dio dal quale proviene la luce della verità e si esprime con:
amore della povertà, primo riscatto per ricuperare la libertà
di amare;
obbedienza, la virtù che tiene mortificato il corpo e rende l'uomo
sottomesso a tutti gli uomini del mondo. È fedele sottomissione alla Regola,
alla norma del Santo Vangelo, è deporre, come Cristo la propria volontà
in quella del Padre;
purità di cuore, sincerità e pienezza dell'amore per Dio,
non tenerci nulla di noi affincé‚ ci accolga tutti Colui che tutto a noi
si dona;
umiltà, rinunciare alla nostra giustizia per accettare la sua
misericordia e se Cristo si fa presente in ogni uomo, per Francesco è
farsi il minore di tutti;
semplicità, è amore per l'essenziale che ignora ogni
doppiezza e non si perde in ostentazioni e tortuosità. È vedere
negli avvenimenti quotidiani una rivelazione di Dio compiendo le azioni più
umili come fossero le più grandi;
laboriosità: trafficare i talenti ricevuti ma anche conformarsi
a Cristo, partecipare all'opera della creazione ed all'azione redentrice di Cristo,
contribuire alla realizzazione del piano provvidenziale di Dio nella storia;
fratellanza universale: ogni essere riceve l'esistenza dall'unica
Bontà infinita è frutto dell'unico infinito Amore. Francesco presta
la sua voce a tutto il creato per l'unico canto di lode all'Altissimo;
fervore di perfetta carità: amare gli altri come Cristo ci
ha amato, particolarmente gli ultimi ma accogliendo tutti;
fraternità: nell'unione quelli che sono tentati si tengono
su, i caduti si rialzano, i tiepidi si infiammano. La fraternità,
leggiamo all'articolo ventidue della Regola OFS "... è chiamata ad essere
l'ambiente privilegiato per farci crescere nella nostra vita spirituale".
Qui pertanto, prima che altrove, la carità può e deve raggiungere
la perfezione e poi dilatarsi fino ad abbracciare gli estremi confini
dell'universo.